La Storia
Nel 1828 l'isola di Nuova Guinea fu spartita tra le tre potenze Olanda, Germania e Gran Bretagna.
Alla prima spettò la sua metà occidentale nonché il territorio dell'attuale Indonesia, che ottenne l'indipendenza solo nel 1949 dopo una strenuante lotta contro i suoi colonizzatori.
La Nuova Guinea occidentale invece rimase sotto l'Olanda fino al 1961 quando con l'Operazione Trikora le truppe indonesiane invasero la Nuova Guinea Olandese e la nominarono Irian Barat.
Infatti, il presidente Sukarno considerava quel territorio come parte dell'Indonesia e quando le sue richieste non vennero accolte, iniziò il conflitto a fuoco.
Nell'ottobre 1962 furono stipulati gli Accordi di New York, sostenuti in particolare dal presidente americano Kennnedy, che prevedevano l'affidamento temporaneo del governo della Nuova Guinea alle Nazioni Unite tramite il Temporary Executive Authority.
Solo nel Maggio 1963 la West Papua passò all'Indonesia, con l'accordo di verificare però l'adesione della popolazione tramite un referendum.
Esso si svolse nel 1969 ma fu considerato dai più una farsa, poiché su una popolazione di 800.000 individui ne furono scelti per votare solo 1.025, i quali, secondo testimonianze, furono minacciati prima di procedere al voto ovviamente favorevole all'annessione.
Questa operazione fu chiamata 'Act of free choice' cioè di libera scelta, anche se fu definita dai Papuani ' Act of no choice' , cioè 'nessuna alternativa'.
La provincia nel 1972 fu rinominata dal nuovo governo Irian Yaja (cioè "gloriosa").
La popolazione però non si sottomise: contando sul non riconoscimento del referendum da parte di molti stati delle Nazioni Unite (poiché violava il trattato 'New York Agreement'), essi fondano l' Organizzazione Papua Libera (OPM).
Si tratta di un movimento separatista con una propria bandiera, che rivendica l'indipendenza del territorio anche tramite una guerriglia contro il governo centrale tuttora attiva e che ha provocato ad oggi migliaia di morti.